Bull
(2016)
di Mike Barlett
regia e spazio scenico: Fabio Cherstich
traduzione: Jacopo Gassmann
dramaturg: Vincenzo Latronico
con Linda Gennari, Pietro Micci, Andrea Narsi, Alessandro Quattro
Produzione: Teatro Franco Parenti di Milano
BULL è una commedia spietata e politicamente scorretta, una rappresentazione ambigua del male costruita come una trappola, una palude di sabbie mobili. Bull e’ un catalogo di modi in cui il male opera. Tony, Isoble e Thomas: tre dipendenti sono in attesa del capo, Carter, che deciderà chi di loro sarà licenziato. I primi due sono pronti a tutto pur di non essere eliminati, e tutto fa pensare che il perdente per antonomasia, grassottello, timido, insicuro, schiacciato dall’alleanza dei due rivali verrà fatto fuori. Con precisione chirurgica Isobel e Tony sperimenteranno in diversi round, potenza, efficienza, capacita’ strategica, di alleanza per annientare la vittima sacrificale prescelta, la pecora nera: Thomas.Nella lotta per la sopravvivenza nessun colpo è troppo basso. Isobel e Tony con metodi spietati ma decisamente sexy, cercheranno di trascinare il povero Thomas verso il fallimento, per farlo soccombere come un toro nell’arena di questa piece-macello. Con BULL si torna un po’ bambini, come quando al parco giochi si vedeva il ragazzino imbranato che veniva preso a botte dai bulli: una sensazione che è un misto di pietà e violenta ironia. Usando le parole dell’amico pittore Emanuele Mocarelli riguardo a questo testo: il male funziona benissimo – ma resta omicida.